Gli auguri del Dirigente Scolastico
Carissime e carissimi,
eccoci alla soglia di una festa. Non come punto di arrivo, ma come naturale approdo di un percorso che abbiamo attraversato insieme, passo dopo passo. È stato un tempo vissuto, non semplicemente attraversato. Un tempo che a volte abbiamo inseguito, altre volte siamo riusciti ad abitare davvero. Abbiamo percorso sentieri diversi, sostato in luoghi inattesi, condiviso pensieri, emozioni, fatiche e slanci. E in questo cammino non c’è chi ha perso e chi ha vinto: se siamo inciampati e ci siamo rialzati, siamo cresciuti; se abbiamo rallentato, abbiamo imparato a guardarci meglio; se qualcosa non è andato come immaginavamo, la vita ci ha comunque restituito esperienza, consapevolezza, direzione. Oggi possiamo dirlo con serenità: nessuno ha sbagliato, nessuno è rimasto indietro.
Tutti abbiamo imparato qualcosa. Tutti portiamo con noi ciò che questo lungo tratto di
strada ci ha consegnato. Arriviamo così alla vigilia delle feste, che non sono una fuga, ma un ristoro. Un tempo semplice, autentico, essenziale. Le stesse qualità su cui abbiamo riflettuto, che abbiamo cercato di riconoscere e di valorizzare nel quotidiano. Se questo periodo ci ha insegnato qualcosa, è che la semplicità non è povertà, l’autenticità non è fragilità, il rallentare non è perdere tempo. Permettetemi, in questo passaggio, una nota personale. Anche io, come molti di voi, ho attraversato in questo ultimo periodo momenti di amarezza e talvolta di sconforto. Non li nascondo. Ma non ho mai perso la voglia di vivere la vita, di sentirne il sapore, il sale addosso. Non ho mai smesso di lucidare il mio sogno — quel sogno che è anche un bisogno ruvido, profondo: scegliere ciò che conta davvero.
In questi giorni, in cui si preparano pacchetti da aprire e la carta viene strappata con gioia, ho provato a fare anch’io un gesto simbolico: impacchettare le negatività incontrate lungo il cammino, deporle, lasciarle lì. Non per dimenticarle, ma per non permettere loro di occupare tutto lo spazio. Per fare posto, invece, alla bellezza, al senso, a ciò che vale la pena custodire e conquistare. Che questo tempo di festa sia allora un tempo di ristoro vero, di semplicità ritrovata, di autenticità. E che questi siano gli ingredienti con cui guardare avanti: semplicità, autenticità, cura. Insieme a un pizzico di allegria — quella che alleggerisce senza banalizzare — e a un grumo di utopia, perché senza un sogno condiviso nessun cammino merita di essere intrapreso. Il 2026 è davanti a noi come uno spazio ancora da scrivere. L’augurio è che ci trovi ancora protagonisti, insieme, capaci di abitare il tempo, di attraversare i cambiamenti, di riconoscerci comunità anche quando la strada si fa più stretta. Viviamo queste feste come meritato ristoro e come silenziosa promessa. Il percorso continua. E continuerà ad avere senso finché sapremo camminare fianco a fianco, con fiducia, rispetto e desiderio di crescere ancora.
Con affetto.
Buon Natale e benvenuto 2026, anno felice!
Il Dirigente
dott. Luca Maiorano
